Il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri il 16 settembre cambia le regole del green pass soprattutto per quanto riguarda il mondo del lavoro.
Vediamo insieme le principali novità:
Il green pass sarà obbligatorio per il lavoratori pubblici e privati:
Dal 15 ottobre al 31 dicembre 2021 il Green pass diventa obbligatorio per l’accesso a tutti i luoghi di lavoro:
Settore pubblico: L’obbligo di green pass si applica a tutto il personale della pubblica amministrazione comprese «le Autorità amministrative indipendenti, la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale». Il Quirinale, le Camere e la Corte costituzionale, che hanno autodichia, cioè si autogovernano, sono stati invitati ad adeguarsi e dovranno decidere la data di entrata in vigore.
Settore privato: «sono tenuti a possedere e a esibire su richiesta il green pass, coloro che svolgono attività di lavoro dipendente o autonomo nel settore privato». Oltre ai dipendenti delle aziende, la lista comprende dunque colf, baby sitter e badanti, ma anche titolari e dipendenti degli studi professionali – avvocati, commercialisti, architetti, ingegneri – e tutti i titolari di partite Iva. La norma sull’obbligo di certificazione è estesa ai consulenti esterni che al momento dell’ingresso negli uffici e nelle aziende devono esibire la certificazione verde.
I controlli sia nel settore pubblico che nel settore privato spetteranno ai datori di lavoro che entro il 15 ottobre devono definire le modalità per l’organizzazione delle verifiche.
Le sanzioni
Nel settore pubblico che non ha il green pass « è considerato assente ingiustificato fino alla presentazione della certificazione». Dopo 5 giorni di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso e la retribuzione non è dovuta dal primo giorno di sospensione. Non ci sono conseguenze disciplinari e si mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Chi viene sorpreso senza green pass sul luogo di lavoro rischia una sanzione da 600 a 1.500 euro. I lavoratori che non effettuano i controlli rischiano una sanzione da 400 a 1.000 euro.
Nel settore privato il lavoratore che non ha il green pass è sospeso sin dal primo giorno. Non ha conseguenze disciplinari e mantiene il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Il lavoratore che viola l’obbligo rischia la sanzione da 600 a 1.500 euro. I datori di lavoro che non dispongono controlli e verifiche rischiano una sanzione da 400 a 1.000 euro. Per le aziende con meno di 15 dipendenti, dopo il quinto giorno di mancata presentazione del Green Pass, il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata del contratto del sostituto e non oltre dieci giorni.
I soggetti esenti dalla campagna dei vaccini non avranno l’obbligo del green pass:
L’obbligo del Green pass non si applica a coloro che sono esenti dalla campagna vaccinale sulla base di una idonea certificazione medica rilasciata secondo ciò che è stato definito dalla circolare del Ministero della salute
Tamponi a prezzo calmierato
I tamponi molecolari avranno validità 72 ore. I test rapidi (antigenici) 48 ore e rimangono a pagamento, anche se a prezzo calmierato.
Slitta al 31 dicembre il termine per effettuare tamponi a prezzo calmierato nelle farmacie che hanno siglato l’accordo con la struttura commissariale
Il costo fino al 31 dicembre sarà di 8 euro per i minorenni e di 15 euro per i maggiorenni.
Saranno gratuiti I test molecolari e antigenici rapidi, per i cittadini con disabilità o in condizione di fragilità che non possono effettuare la vaccinazione anti SARS-CoV2 a causa di patologie ostative certificate, nonché per i soggetti esenti dalla campagna vaccinale sulla base di idonea certificazione medica
S.M.